Ecco tutto quello che c'è da sapere per acquistare il vasetto giusto
Siamo comunemente portati a pensare che marmellata, confettura e composta siano la stessa cosa, eppure con questi termini si identificano tre prodotti molto diversi tra loro in termini di ingredienti e quantità. Protagoniste di colazioni e merende o accompagnatrici di secondi piatti come formaggi e carni bianche sono tutte e tre deliziose ma occhio alle differenze. Ecco qualche consiglio per essere più informati e consapevoli nei vostri acquisti.
Le marmellate
L'origine della parola è da ritrovare nella tradizione portoghese dove il termine "marmelada" sta ad indicare la confettura di marmelo, ovvero di mela cotogna. E' stata però una direttiva della CE del 1982 a chiarire ufficialmente la differenza tra marmellata e confettura, identificando nella prima i prodotti a base esclusivamente di agrumi come arance, mandarini, mandaranci, limoni, pompelmo e così via e in cui la percentuale di frutta sia almeno del 20%.
Per le altre tipologie di prodotti si parla invece di confettura o di composta a seconda della quantità di frutta presente.
Le confetture
Altra importante distinzione riguarda il quantitativo minimo di frutta: quando è almeno del 35% si parla della normale confettura, mentre quella extra deve averne almeno il 45%. Il quantitativo di zuccheri invece è di almeno il 60% oppure di almeno il 45% se sulla confezione si appone la dicitura "conservare in frigorifero dopo l'apertura".
Le composte
La composta è una conserva di origine medievale a base di acqua, zucchero e frutta spesso prodotta anche con verdure come peperoni, cipolle, radicchio e zucca. Se cercate un prodotto che sia davvero ricco di frutta le composte sono il prodotto che fa per voi. Si tratta infatti di una conserva ad altissima concentrazione di frutta (la percentuale di frutta non deve essere inferiore a 2/3 su 1 Kg di prodotto finito) e con minor quantitativo di zuccheri quindi anche con un minore apporto calorico.